mercoledì 16 marzo 2016

Spigolature sulla “scuola polifonica siciliana” Cenni su Pietro Vinci e Antonio il Verso




Spigolature sulla “scuola polifonica siciliana”
Cenni su Pietro Vinci e Antonio il Verso

In pieno Cinquecento, mentre fiorivano la polifonia vocale e strumentale ( anche grazie alla recente invenzione della stampa musicale ad opera di Ottaviano Petrucci da Fossombrone), mentre si moltiplicavano in tutta Italia e all'estero le cappelle musicali e i cantori assumevano finalmente l'autonomia di professionisti , nella lontana Sicilia, la fantomatica città di Enna (l'antica Castrogiovanni, il più alto capoluogo di provincia d'Italia, spesso avvolta da fitte nebbie che ne impedivano la vista!) producevano inaspettatamente una “scuola polifonica siciliana” di alto livello, che trovò la sua più nobile espressione nelle figure di PIETRO VINCI e del suo eccellente allievo ANTONIO IL VERSO.
Vinci nato a Nicosia(Enna) intorno al 1540 e morto in giovane età nel 1584, fu colto e raffinato contrappuntista, ammiratore e seguace del fiammingo CIPRIANO DE RORE, che fu a sua volta Maestro di Cappella alla corte degli Estensi a Ferrara e dei Farnese di Parma, città in cui il compositore sarebbe morto nel 1565.
Da lui, Pietro Vinci ereditò serietà di studi e nobiltà di linguaggio, felici combinazioni cromatiche e ritmiche, che conferiscono alle sue composizioni magia di colore ed elasticità di movimento.
Prima di diventare Maestro di Cappella della Cattedrale di Nicosia(carica che tenne fino alla morte),Vinci fu attivo, sia come compositore che come didatta, a Palermo e in varie città dell'Italia settentrionale, in particolare Bergamo, dove visse e operò, assai stimato, per più di un decennio.
Copiosa la sua produzione di musica sacra (messe, mottetti e lamentazioni),ma importante fu soprattutto la sua produzione di madrigali (raccolti in ben nove libri) e la musica composta per i “Quattordici Sonetti Spirituali” per la “divina” Vittoria Colonna, omaggio sentito e commosso alla sensibilissima poetessa (1490-1547), che in essi aveva cantato, con intensa spiritualità, l'amore per il defunto marito, Ferrante D'Avalos, marchese di Pescara- Vittoria, appartenente ad antica e nobile famiglia, fu legata da profonda e fraterna amicizia con Michelangelo, e spiccò , fra le poetesse a lei contemporanee, per la molteplicità dei suoi interessi e la purezza dello stile letterario.

La “scuola polifonica siciliana” di cui ancor oggi tutti noi musicisti siciliani andiamo giustamente fieri, fondata e iniziata da Pietro Vinci,toccò forse il suo culmine con il suo miglior allievo, ANTONIO IL VERSO, nato anch'egli nella provincia di Enna(Piazza Armerina,circa 1565),e morto nel 1621 a Palermo, dove si era trasferito per svolgere attività didattica presso il locale convento di San Domenico.
Ammirato e stimato dai contemporanei per la sapienza contrappuntistica e la ricchezza della fantasia egli soggiornò per alcuni anni a VENEZIA, dove subì il fascino di GIOVANNI GABRIELI, che in quella città proseguiva l'indirizzo musicale grandiosamente pittorico già tracciato dallo zio Andrea, in direzione di un gusto più decisamente barocco, grazie all'uso grazioso e diversificato di molti strumenti, cori “battenti” e canti policorali.
Ricco di ispirazione e di facile vena compositiva, ANTONIO IL VERSO scrisse ben 23 libri di madrigali a 5 e 6 voci (11 dei quali a noi pervenuti in ottimo stato di conservazione), mottetti “Sacrae Cantiones” e VILLANELLE, composizioni vocali di origine napoletana che, al carattere aulico del contemporaneo madrigale, contrapponevano un gusto popolaresco e scherzoso, adatto ad un pubblico vasto ed eterogeneo e reso ancor più vivace e spigliato dall'uso frequente del coloratissimo dialetto napoletano.

Fiera, da Siciliana e da ex moglie di un ennese, (Enrico Anselmi, anch'egli musicista) di questa spigolatura!

Wanda Gianfalla Anselmi

Pescara, Marzo 2016     

Nessun commento:

Posta un commento