Carissimi
lettori, durante l'inverno e la primavera, fino ai primi mesi
dell'estate, ci siamo tenuti compagnia con piccoli lavoretti che anno
avuto attinenza, in qualche misura con il mondo musicale siciliano.
Ciò vi dimostra che io, sebbene non viva più in Sicilia, nutro un
fortissimo amore per Palermo. Dove ho lasciato il mio mondo e i miei
migliori ricordi e affetti. Dal prossimo settembre curerò una
rubrichetta musicale mensile, ancora per l'Associazione palermitana
Libere Note, guidata e diretta dai miei carissimi amici. Visto che le
sovvenzioni ministeriali e regionali (che consentirebbero di
organizzare concerti) mancano del tutto, noi cerchiamo di tenerci
ugualmente in contatto tramite questi piccoli articoli, che scrivo
per voi con tatto affetto, come se fossi presente. Leggetemi, quindi
non perdiamoci di vista. Auguro a tutti buone vacanze per il mese di
agosto. Per luglio, comparirà ancora qualcosa che riguarda due
grandi espressioni del mondo musicale siciliano: Eliodoro Sollima e
Angelo Faja, i cui ricordo e il cui rimpianto non avrà mai fine.
Vorrei altresì ricordare anche Roberto Pagano insigne musicista e
musicologo che ha onorato e ...divertito la Palermo “musicale”
con i suoi scritti e articoli di critica puntuali e pungenti. Battute
su eventi, cose e persone. Personaggio indimenticabile, intriso di
piacevolissima cultura musicale e classica fustigatore inesorabile di
ogni forma di mediocrità. Profondo conoscitore della natura umana,
pianista, clavicembalista, didatta, e perchè no eccellente
barzellettista. Con lui si rideva di gusto, si ascoltava musica
preziosa, si decodificava Palermo nei suoi aspetti più reconditi,
urbanistici, sociali, culturali e “curiosi”. Persona di un'intelligenza scoppiettante, di un gusto raffinato( autentico “arbiter
elegantiarum” della società palermitana), di straordinaria
icasticità nell'espressione dei suoi giudizi... Roberto Pagano è
stato per me un grande Amico, un prezioso insegnante, un
insostituibile fratello d'animo e di pensiero.
Un
sentito grazie va a Loreto Insinna, mio grande amico e presidente
dell'Associazione Libere Note, a suo figlio Vincenzo con il quale
sono in contatto telefonico quasi quotidiano e a tutta la loro
splendida famiglia, per l'aiuto fraterno che mi hanno sempre dato in
varie occasioni. La loro amicizia costituisce anche oggi, per me, uno
dei (pochi) punti fermi della mia esistenza.
La Palermo musicale degli anni Sessanta: il GUMN
In quel coacervo di situazioni musicali estremamente
innovative e stimolanti, che alla luce di una straordinaria varietà
e vastità di esperienze, caratterizza la musica del XX
secolo, si colloca negli anni Sessanta, a Palermo, il GUNM( Gruppo
Universitario Nuova Musica), che visse e si alimentò di di
arricchimenti formali, armonici, timbrici e ritmici, in un panorama
differenziato e spesso contraddittorio, avvalendosi , in misura non
certo trascurabile, della presenza, nel capoluogo siciliano, del
grande musicologo milanese LUIGI ROGNONI, titoloare per ben otto anni
(dal 1963 al 1970) della cattedra di storia della musica dell'
Università di Palermo( e dal 1971 in poi presso quella di Bologna),
Rognoni fu attivo contemporaneamente in molteplici campi in qualità
di regista , di editore, di organizzatore di grandi eventi musicali
,di direttore d'orchestra, di conoscitore profondo di estetica e
studioso di ADORNO e della fenomenologia husserliana. Egli diede un
contributo determinante alla conoscenza dell'avanguardia musicale
europea in Italia organizzando le prime esecuzioni radiofoniche di
opere di MALHER SCHOENBERG, WEBERN e BERG, ancora assai poco diffuse
. Intanto, a partire dal 1946, si erano inaugurati, a DARMSTADT,
città tedesca vicina a Francoforte, i “CORSI ESTIVI PER LA NUOVA
MUSICA INTERNAZIONALE”, voluti e promossi da WOLFGANG STEINECKE.
Nei successivi anni Cinquanta, esse diventarono la più importante
occasione di incontri, scambi e discussioni fra i compositori di
tendenza postweberniane e radicali, come MADERNA, MESSIAEN,
NONO,STOCKHAUSEN e, subito dopo BOULEZ, XENAKIS,BERIO, CAGE, LIGETI,
ecc. Proponevano, accanto ai corsi di composizione e di
interpretazione, anche l'esecuzione di musiche ancora mai ascoltate
in Germania, come le composizioni americane di STRAWINSKIJ , BARTOK
HINDEMITH e SCHOENBERG. Ben presto la notorietà della cittadina
tedesca di DARMSTADT crebbe a livello internazionale.
***
Naturalmente, il
GUNM palermitano ne fu molto influenzato, e l'allora giovanissimo
ANTONINO TITONE, fascinoso e... richiestissimo assistente del
Professore ROGNONI all'Università, si ispirò ad essi per
inaugurare, nel 1960, le “SETTIMANE INTERNAZIONALI DI NUOVA
MUSICA”, ciclo di manifestazioni organizzate allo scopo di proporre
all'attenzione del pubblico quelle che allora rappresentavano le più
recenti esperienze maturate nel clima dell'avanguardia musicale.
Così, direttamente
o indirettamente, il GUNM svolse un'importantissima opera di
svecchiamento e sprovincializzazione della cultura musicale, offrendo
una serie di concerti volti a far conoscere quei capolavori musicali
del '900, che, alla fine degli anni Cinquanta, erano ancora quasi del
tutto sconosciuti al grande pubblico, nonostante la loro portata e il
valore ormai “storico”. All'interno di tali manifestazioni
diversamente da quanto accadeva in altri Festival degli stessi
anni,veniva dato spazio anche a compositori esordienti, o comunque
non ancora inseriti in circuiti musicali di risonanza internazionale.
Del GUNM, nato originariamente per per iniziativa di LUIGI ROGNONI,
fecero parte giovani musicisti, strumentisti o critici, che sarebbero
diventate figure di riferimento della vita musicale siciliana, e non
solo: PAOLO EMILIO CARAPEZZA, musicologo, docente presso l'Università di
Palermo, studioso anche di musiche rinascimentali siciliane, ROBERTO
PAGANO, insigne musicologo e studioso degli Scarlatti, ANGELO FAJA,
latore, in qualità di primo flauto della Sinfonica, di esperienze
internazionali, di altissimo livello, ENRICO ANSELMI, bravo pianista
ed eccellente didatta, FABRIZIO CARLI, poi critico musicale del
quotidiano palermitano “ L'ORA”, e la stessa sottoscritta,
pianista, clavicembalista e didatta.
Eliodoro
Sollima, “compositore non allineato”
Un posto a parte
merita la figura, umana e professionale , di Eliodoro Sollina, nato,
il 10 luglio 1926, a Marsala( città che gli ha dedicato il locale
teatro comunale), in una famiglia nella quale non mancavano stimoli
musicali.
Alla fine del
secondo disastroso conflitto mondiale, egli si trasferì a Palermo,
dove frequentò contemporaneamente il Liceo e il Conservatorio,
conseguendo, grazie alle sue doti eccezionali, il diploma in
Pianoforte e in Composizione, in soli 5 anni, rispetto ai 10 previsti
dai rispettivi corsi ufficiali. Si avvalse dei preziosi insegnamenti
della pianista MARIA GIACCHINO CUSENZA, e di PIETRO FERRO, già affermato compositore destinato a diventare Direttore del
Conservatorio di Palermo. Apprezzatissimo da ARTURO BENEDETTI
MICHELANGELI che, nel 1954, gli affidò la prima esecuzione italiana
del KAMMERKONZERT di ALBAN BERG( l'esecuzione ebbe luogo in occasione
del concertto di chiusura dei “ Pomeriggi Musicali” di Milano,
solista ELIODORO SOLLIMA (pf) e SIRIO PIOVESAN (violino) – Sollima
veniva intanto tracciando ed esprimendo la propria complessa e
articolata personalità artistica nella complementarietà di tre
diverse tipologie di esperienza musicale, ugualmente valide: quella
esecutiva, compositiva e didattica. In quegli anni infatti, accanto agli importanti riconoscimenti per la sua attività
pianistica ( era in grado di decodificare ed eseguire a prima vista
qualunque spartito!), egli ne riceveva altrettanti come compositore,
e iniziava, preso il Conservatorio palermitano(di cui sarebbe
diventato poi il direttore) una fecondissima attività di docente di
Composizione, formando alla propria scuola allievi come MARCO BETTA,
GIUSEPPE GIGLIO, ANTONIO PAPPALARDO, CARMELO CARUSO e GIOVANNI
SOLLIMA, suo figlio, già da giovanissimo violoncellista talentuoso,
dal suono magico e dalla tecnica perfetta. Ai suoi allievi che lo
adoravano, egli insegnava che “ per comporre bene, bisogna saper
scomporre, ridurre la musica alla sua struttura essenziale “, e che
“ tale capacità di smontaggio è indispensabile all'interprete, se
vuol capire il peso di ogni suono...”
DANILO DOLCI, suo grande amico ed estimatore, nell'articolo “SOLLIMA EDUCATORE (1972) evidenzia come il ,Maestro non si ponesse mai in cattedra per trasmettere regole astratte, ma incoraggiasse i discepoli ad esprimere se stessi e a far crescere la propria personalità artistica, senza rimanere fossilizzati e bloccati dai cumuli delle regole tradizionali; da parte sua Sollima affermava, con intelligente modestia, che “ il Maestro non è che un allievo, che ha cominciato a cercare prima del più giovane allievo...”. Guardate che bellezza e unicità di rapporto! Intanto, la sua attività concertistica fioriva, prima in duo con l'estroso violoncellista Giovanni PERRIERA, e poi nel favoloso “TRIO DI PALERMO”, (costituitosi con l'aggiunta del violinista SALVATORE CICERO, spalla della SINFONICA SICILIANA e bravissimo solista), complesso che, nel 1969, grazie all'affiatamento dei tre interpreti, alla vastità del repertorio e all'attenta ricerca del suono, meritò il prestigioso premio nazionale “DIAPASON D'ORO”. La prematura scomparsa dell'ancor oggi compianto Cicero (1982) segnò la fine del prestigioso complesso, per il quale Sollima aveva composto, nel '68, “ I TRE MOVIMENTI”, per pianoforte, violino e violoncello. All'inizio degli anni Ottanta, si costituì il “SOLLIMA ENSEMBLE”, formato, oltre che da Eliodoro, dai figli Giovanni(violoncello), Luigi (flauto), Donatella e Valentina ( piano). Per l' ENSEMBLE, protagonista felice di molti concerti, Eliodoro scrisse numerose composizioni. Alla fine degli anni Novanta, già settantenne, egli si cimentò nella nuova veste di direttore d'orchestra; aveva infatti costituito il “GRUPPO STRUMENTALE DELLA PROVINCIA DI TRAPANI”, formato da giovanissimi strumentisti. Negli anni Sessanta, Sollima era stato tra i soci fondatori del GUNM, ma quando Titone diede avvio alle “SETTIMANE”-che rivolgevano l'attenzione soprattutto alle così dette “avanguardie postweberniane”- egli scelse, con ferma consapevolezza, di non partecipare, sia come esecutore che come compositore- Amava infatti rimare libero da etichette e da atteggiamenti estetici in qualche misura imposti o condizionanti, autodefinendosi “COMPOSITORE NON ALLINEATO”.
DANILO DOLCI, suo grande amico ed estimatore, nell'articolo “SOLLIMA EDUCATORE (1972) evidenzia come il ,Maestro non si ponesse mai in cattedra per trasmettere regole astratte, ma incoraggiasse i discepoli ad esprimere se stessi e a far crescere la propria personalità artistica, senza rimanere fossilizzati e bloccati dai cumuli delle regole tradizionali; da parte sua Sollima affermava, con intelligente modestia, che “ il Maestro non è che un allievo, che ha cominciato a cercare prima del più giovane allievo...”. Guardate che bellezza e unicità di rapporto! Intanto, la sua attività concertistica fioriva, prima in duo con l'estroso violoncellista Giovanni PERRIERA, e poi nel favoloso “TRIO DI PALERMO”, (costituitosi con l'aggiunta del violinista SALVATORE CICERO, spalla della SINFONICA SICILIANA e bravissimo solista), complesso che, nel 1969, grazie all'affiatamento dei tre interpreti, alla vastità del repertorio e all'attenta ricerca del suono, meritò il prestigioso premio nazionale “DIAPASON D'ORO”. La prematura scomparsa dell'ancor oggi compianto Cicero (1982) segnò la fine del prestigioso complesso, per il quale Sollima aveva composto, nel '68, “ I TRE MOVIMENTI”, per pianoforte, violino e violoncello. All'inizio degli anni Ottanta, si costituì il “SOLLIMA ENSEMBLE”, formato, oltre che da Eliodoro, dai figli Giovanni(violoncello), Luigi (flauto), Donatella e Valentina ( piano). Per l' ENSEMBLE, protagonista felice di molti concerti, Eliodoro scrisse numerose composizioni. Alla fine degli anni Novanta, già settantenne, egli si cimentò nella nuova veste di direttore d'orchestra; aveva infatti costituito il “GRUPPO STRUMENTALE DELLA PROVINCIA DI TRAPANI”, formato da giovanissimi strumentisti. Negli anni Sessanta, Sollima era stato tra i soci fondatori del GUNM, ma quando Titone diede avvio alle “SETTIMANE”-che rivolgevano l'attenzione soprattutto alle così dette “avanguardie postweberniane”- egli scelse, con ferma consapevolezza, di non partecipare, sia come esecutore che come compositore- Amava infatti rimare libero da etichette e da atteggiamenti estetici in qualche misura imposti o condizionanti, autodefinendosi “COMPOSITORE NON ALLINEATO”.
La sua vastissima
produzione comprende composizioni da camera, pezzi per pianoforte
solo,composizioni per orchestra e per solista e orchestra, pezzi
sacri, frutto del suo profondo senso religioso( scrisse brani in
memoria di condannati a morte), nonché numerose opere didattiche.
Tale produzione è solida in ogni sua parte, ma al tempo stesso
estrosa, sempre nuova e straordinariamente ricca di sorprese
armoniche ed effetti dinamici, che rappresentano ed esprimono mille
sfaccettature dell'inesauribile anima di Sollima.
Scomparve stroncato
da un ictus, il 3 gennaio del 2000, lasciando in tutti coloro che
abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, il cocente rimpianto di un
grande musicista e di una persona umana di grande spessore e di
eccezionale rigore intellettuale e morale. Un pensiero di ammirazione
e di affetto a tutta la famiglia, che ho l'onore di conoscere e
stimare in tutti i suoi membri; sopratutto alla grande GIUSEPPINA,
impareggiabile compagna di vita di Eliodoro, e alla mia carissima
amica ANNA MARIA, da anni apprezzata docente di Storia della Musica
al Conservatorio di Palermo.
Wanda Gianfalla
Anselmi
Pescara luglio 2016