Spigolature
sulla “scuola polifonica siciliana”
Cenni
su Pietro Vinci e Antonio il Verso
In pieno
Cinquecento, mentre fiorivano la polifonia vocale e strumentale (
anche grazie alla recente invenzione della stampa musicale ad opera
di Ottaviano Petrucci da Fossombrone), mentre si moltiplicavano in
tutta Italia e all'estero le cappelle musicali e i cantori assumevano
finalmente l'autonomia di professionisti , nella lontana Sicilia, la
fantomatica città di Enna (l'antica Castrogiovanni, il più alto
capoluogo di provincia d'Italia, spesso avvolta da fitte nebbie che
ne impedivano la vista!) producevano inaspettatamente una “scuola
polifonica siciliana” di alto livello, che trovò la sua più
nobile espressione nelle figure di PIETRO VINCI e del suo eccellente
allievo ANTONIO IL VERSO.
Vinci nato a
Nicosia(Enna) intorno al 1540 e morto in giovane età nel 1584, fu
colto e raffinato contrappuntista, ammiratore e seguace del fiammingo
CIPRIANO DE RORE, che fu a sua volta Maestro di Cappella alla corte
degli Estensi a Ferrara e dei Farnese di Parma, città in cui il
compositore sarebbe morto nel 1565.
Da lui, Pietro
Vinci ereditò serietà di studi e nobiltà di linguaggio, felici
combinazioni cromatiche e ritmiche, che conferiscono alle sue
composizioni magia di colore ed elasticità di movimento.
Prima di
diventare Maestro di Cappella della Cattedrale di Nicosia(carica che
tenne fino alla morte),Vinci fu attivo, sia come compositore che come
didatta, a Palermo e in varie città dell'Italia settentrionale, in
particolare Bergamo, dove visse e operò, assai stimato, per più di
un decennio.
Copiosa la sua
produzione di musica sacra (messe, mottetti e lamentazioni),ma
importante fu soprattutto la sua produzione di madrigali (raccolti in
ben nove libri) e la musica composta per i “Quattordici Sonetti
Spirituali” per la “divina” Vittoria Colonna, omaggio sentito e
commosso alla sensibilissima poetessa (1490-1547), che in essi aveva
cantato, con intensa spiritualità, l'amore per il defunto marito,
Ferrante D'Avalos, marchese di Pescara- Vittoria, appartenente ad
antica e nobile famiglia, fu legata da profonda e fraterna amicizia
con Michelangelo, e spiccò , fra le poetesse a lei contemporanee,
per la molteplicità dei suoi interessi e la purezza dello stile
letterario.
La “scuola
polifonica siciliana” di cui ancor oggi tutti noi musicisti
siciliani andiamo giustamente fieri, fondata e iniziata da Pietro
Vinci,toccò forse il suo culmine con il suo miglior allievo, ANTONIO
IL VERSO, nato anch'egli nella provincia di Enna(Piazza
Armerina,circa 1565),e morto nel 1621 a Palermo, dove si era
trasferito per svolgere attività didattica presso il locale convento
di San Domenico.
Ammirato e
stimato dai contemporanei per la sapienza contrappuntistica e la
ricchezza della fantasia egli soggiornò per alcuni anni a VENEZIA,
dove subì il fascino di GIOVANNI GABRIELI, che in quella città
proseguiva l'indirizzo musicale grandiosamente pittorico già
tracciato dallo zio Andrea, in direzione di un gusto più decisamente
barocco, grazie all'uso grazioso e diversificato di molti strumenti,
cori “battenti” e canti policorali.
Ricco di
ispirazione e di facile vena compositiva, ANTONIO IL VERSO scrisse
ben 23 libri di madrigali a 5 e 6 voci (11 dei quali a noi pervenuti
in ottimo stato di conservazione), mottetti “Sacrae Cantiones” e
VILLANELLE, composizioni vocali di origine napoletana che, al
carattere aulico del contemporaneo madrigale, contrapponevano un
gusto popolaresco e scherzoso, adatto ad un pubblico vasto ed
eterogeneo e reso ancor più vivace e spigliato dall'uso frequente
del coloratissimo dialetto napoletano.
Fiera, da
Siciliana e da ex moglie di un ennese, (Enrico Anselmi, anch'egli
musicista) di questa spigolatura!
Wanda
Gianfalla Anselmi
Pescara, Marzo
2016